I numeri della giustizia minorile nei paesi europei ci mettono davanti a un quadro variegato.
Rispetto ai paesi vicini con popolazioni numericamente comparabili alla nostra l’Italia fa un ricorso residuale alla detenzione dei minorenni. Il carcere è davvero un’extrema ratio cui si arriva nei casi più gravi, come mostrano i 172 minorenni detenuti a fine 2017 (157 a gennaio 2020). Francia e Germania, nello stesso periodo, mettevano dietro le sbarre 794 persone, cioè rispettivamente 3 e 4 volte di più, in proporzione (dunque tenendo conto delle loro e della nostra popolazione). Anche il Regno Unito, allora in Europa, con i suoi 895 minorenni dietro le sbarre incarcerava proporzionalmente più del quadruplo rispetto all’Italia (paese in cui c’erano 0,28 minorenni in carcere ogni 100.000 abitanti). Pochissimo sopra l’Italia il Portogallo, ma meglio di noi facevano la Finlandia, con i suoi 6 minorenni detenuti, ma anche l’Olanda, che non ne aveva nemmeno uno. Peggio di tutti faceva la Polonia, con 1421 minori negli istituti di pena.
A seconda dei paesi cambia anche l’età a partire dalla quale si diventa penalmente perseguibili. Alcuni paesi hanno una soglia particolarmente bassa, come Olanda e Irlanda, dove già a 12 anni si può finire davanti a un giudice. In Inghilterra si è penalmente responsabili addirittura a 10 anni (e in Scozia a 8), sebbene punibilità non significhi possibilità di essere reclusi in carcere. In Francia e Polonia la soglia si alza a 13 anni. Da noi l’età della punibilità arriva con i 14 anni, come nella maggior parte dei paesi europei. In Svezia, Repubblica Ceca, Finlandia e Danimarca la soglia è a 15 anni.
Nonostante le caratteristiche peculiari di ogni paese, se si guarda al quadro di insieme è possibile rilevare una decrescita generale dei numeri delle popolazioni di minorenni detenuti. Si fa via via minore ricorso alla detenzione per i minori, e al contrario si privilegiano misure meno restrittive della libertà (come il ricorso alle comunità).
Qui di seguito riassumiamo le pratiche di alcuni Paesi Europei, come riportate dallo European Prison Observatory, Prison Insider e dalla pubblicazione “Alternatives To Custody For Young Offenders And The Influence Of Foster Care In European Juvenile Justice”.
In Spagna nel caso dei minori fra i 14 e i 18 anni non compiuti viene applicato un codice penale specifico. I minori sono ristretti in centri di detenzione diversi da quelli degli adulti, ma con regimi simili. Fra le misure alternative per i minori troviamo la probation, i lavori socialmente utili, programmi terapeutici e di istruzione e formazione, l’affidamento a una famiglia per un certo periodo di tempo.
In Germania il sistema penitenziario minorile, come quello degli adulti, varia a seconda dello Stato Federale. L’età imputabile minima è 14 e la maggiore età si raggiunge ai 18 anni. Alcuni Stati però scelgono di applicare la legge minorile anche ai maggiorenni fino a 21 anni. I giovani adulti rimangono nel sistema minorile fino ai 24 anni. Fra le misure alternative per i minori troviamo alcune misure dette educative perché proibiscono o incoraggiano alcuni comportamenti (come ad esempio la proibizione di recarsi in alcuni posti), altre misure dette disciplinari con le quali il giudice può imporre al minore (fra le altre cose) di riparare il danno causato e fare volontariato presso un’associazione.
Anche in Francia i minori sono soggetti a un sistema penale e penitenziario separato da quello degli adulti. I minori sono detenuti in sei istituti specifici per minori e in 47 sezioni in istituti penitenziari per adulti. La separazione fra adulti e minori non è sempre effettiva. Alcune fra le alternative alla detenzione sono la probation e i lavori socialmente utili. La probation viene applicata quando viene sospesa l’esecuzione della pena. I lavori socialmente utili possono essere imposti per massimo un anno a minori fra 16 e 18 anni che abbiano commesso un reato per cui la pena prevista è la detenzione. I lavori socialmente utili possono essere previsti come parte della probation.
In Portogallo, nonostante il sistema della giustizia minorile sia separato da quello degli adulti e la maggiore età sia raggiunta al diciottesimo anno, i minori dai 16 anni in su possono essere giudicati come adulti e addirittura essere detenuti insieme agli adulti. I minori tra i 12 e i 16 anni che hanno commesso un reato invece sono ristretti in centri educativi fino al ventesimo anno di età (ma a volte anche fino al venticinquesimo). Fra le alternative alla detenzione previste per i minori di età compresa fra i 12 e i 16 anni troviamo le misure dette educative tra cui si trovano i lavori socialmente utili, la partecipazione in attività educative o di formazione.
Febbraio 2020