Il 2020 è stato l’anno dell’inizio della pandemia e del lockdown. Ovviamente i limiti alle possibilità di spostamento delle persone, e tra loro dei minori, hanno ridotto significativamente, rispetto al passato, tutti gli indici di delittuosità. Se guardiamo infatti al numero totale dei minorenni arrestati o fermati dalle forze di polizia, siamo passati dalle 34.366 segnalazioni del 2016 alle 26.271 del 2020, con un calo percentuale del 24%.
Non tutto è però esito della pandemia. Il calo, infatti, era già riscontrabile nel 2019 quando le segnalazioni erano state 29.544 con un calo rispetto al 2016 del 15%. Dunque la decrescita era già avvenuta, prima ancora dei divieti introdotti con lo stato di emergenza dato dal Covid. Possiamo quindi ragionevolmente sostenere che la legislazione in vigore dal 1988 (D.p.r. 488), nella parte in cui prevede una procedura prevalentemente finalizzata all’inclusione sociale piuttosto che alla repressione penale, ha indubbiamente favorito un progressivo calo del numero dei reati degli infra-diciottenni. L’educazione, nei tempi medi e lunghi, è uno straordinario strumento preventivo. Ben utile sarebbe un’ulteriore accelerazione su quel modello, da sperimentare anche oltre il sistema minorile.
Sempre considerando il quinquennio 2016-2020, gli omicidi volontari consumati da minorenni si sono ridotti enormemente, diminuendo di ben il 66%: erano stati 33 nel 2016 e sono scesi a 11 nel 2020. Va sicuramente tenuto presente che anche tra gli adulti è costante la riduzione del numero degli omicidi. È un trend positivo che è iniziato a partire dagli anni ’90. Sono due gli omicidi commessi da ragazze, una percentuale di poco meno del 20%, enormemente più alta rispetto all’incidenza complessiva delle donne in tutti gli indici di delittuosità. Ma quando i numeri sono così bassi contano più i dati assoluti che quelli percentuali.
Guardando alla nazionalità dei minorenni autori di omicidio, 7 sono italiani e 4 stranieri. In termini percentuali, i ragazzi stranieri che hanno commesso un omicidio sono pari al 43% del totale. Una percentuale in linea con il tasso di delittuosità dei minori stranieri, che è pari al 44% del totale. Tendenzialmente, man mano che i reati sono meno gravi la percentuale degli stranieri cresce, fino a raggiungere il 50% del totale nel caso dei delitti di furto.
Calano del 15%, tra il 2016 e il 2020, i delitti segnalati in violazione della legge sugli stupefacenti (da 3.282 a 2.678) e di ben il 50% quelli di mafia (da 104 a 52). Anche qua la percentuale degli stranieri denunciati è direttamente collegata alla gravità del delitto: mentre nel caso dei reati connessi alla legge sulle droghe c’è un protagonismo degli stranieri fino a quasi il 65% del totale delle segnalazioni, irrilevante è il numero assoluto e percentuale dei minori stranieri denunciati per mafia.
Anche gli omicidi colposi sono diminuiti nel quinquennio di riferimento da 14 a 5, ossia del 65%. Restando nel campo dei delitti contro la persona, pur osservando una leggera crescita dei delitti di lesione dolosa, fortunatamente tutti gli altri indicatori sono in calo: ad esempio le violenze sessuali
sono diminuite nel quinquennio di circa il 10%, ossia da 295 a 256, con una incidenza leggermente più alta degli stranieri rispetto agli omicidi.
Sono triplicate nel 2020, proprio nell’anno in cui siamo rimasti tutti chiusi a casa, le segnalazioni per i reati di pedopornografia online. E non è un caso. Anche l’attenzione della polizia postale probabilmente in quel momento storico si è più concentrata su quello che avveniva nelle case piuttosto che nelle strade, dove non girava nessuno. Il reato è, come prevedibile, prevalentemente maschile.
Anche i furti, nel quinquennio di riferimento, si sono ridotti di oltre il 40%: dai 9.064 del 2016 ai 5.435 del 2020. Il calo è vistoso nel 2020, ma già nel 2019 era rilevante essendo stati i furti commessi da minorenni pari a 7.382 con un calo del 18% rispetto al 2016. Sorprendentemente, nonostante il coprifuoco e nonostante siano in calo le rapine di minorenni in banca o in luogo privato (appartamenti e negozi), il numero totale di rapine è invece risultato in crescita, essendo aumentate quelle in pubblica via. Probabilmente ciò è anche esito di una qualificazione giuridica diversa da parte delle forze di polizia, che vanno a definire rapina ciò che potrebbe essere altrimenti giudicato come furto. Bisognerebbe verificare in questi casi quale è l’esito processuale.
Infine, sono solo 885, di cui 298 bambine, in tutto il 2020 le segnalazioni di delitti commessi da minorenni con età inferiore a 14 anni. La metà circa è composta da stranieri. Loro sono non imputabili. E se innalzassimo l’età della responsabilità penale? I dati ci dicono che non ci sarebbe alcun rischio per la sicurezza del Paese e forse avremmo impiantato un ulteriore tassello verso il compimento di una trasformazione in senso preventivo ed educativo del nostro sistema penale minorile.