Due tematiche importanti riguardanti gli istituti di pena sono rappresentate dagli eventi critici e le sanzioni disciplinari. In particolare gli eventi critici sono definiti come atti che mettono “a rischio la propria o altrui incolumità e più in generale la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”. Per questo motivo rientrano negli eventi critici sia gli episodi di autolesionismo che di episodi di violenza, fra loro di natura molto diversa. Le sanzioni disciplinari per i minori sono le stesse che vengono applicate agli adulti e vengono inflitte a seguito della commissione di un’infrazione da parte del detenuto. La sanzione più grave e che presenta anche le maggiori criticità soprattutto quando inflitta ai minori è quella dell’isolamento disciplinare.
Gli eventi critici
La prevenzione dei suicidi
Secondo dati del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) il trend riguardante gli eventi critici fra il 2016 e il 2017 (i dati relativi al 2017 sono aggiornati all’8 novembre) mostra una diminuzione dei numeri. In particolare calano sensibilmente i tentati suicidi (da 45 nel 2016 a 19 nel 2017) e le azioni violente (da 183 nel 2016 a 88 nel 2017). Scendono anche i numeri riguardanti l’autolesionismo (da 98 nel 2016 a 80 nel 2017) e altre infrazioni (da 887 nel 2016 a 713 nel 2017). L’ultimo suicidio è avvenuto nel 2009.
Interessante è anche la lettura del numero dei detenuti coinvolti negli questi eventi critici in raffronto al numero degli stessi. Infatti, è possibile osservare per entrambi gli anni come il numero dei minori o giovani adulti sia più basso del numero degli eventi, perciò è possibile concludere che alcuni minori o giovani adulti sono stati coinvolti in più di un episodio e questo è molto evidente soprattutto nel caso delle infrazioni, delle azioni violente e dei tentati suicidi. Il confronto fra i dati sui suicidi e l’autolesionismo fra gli adulti e i minori ristretti colpisce particolarmente. Infatti nel caso degli adulti i suicidi realizzati si attestano intorno ai 60 nel periodo dal 2009 al 2012 (periodo del picco del sovraffollamento carcerario), mentre il loro numero  si avvicina ai 40 dal 2013 al 2016. Dall’inizio del 2016 il sovraffollamento è tornato a crescere e così anche il numero dei suicidi, che dall’inizio del 2017 a oggi sono ben 49.  

Tipo di eventoNumero eventi nel 2016Numero detenuti coinvolti nel 2016
Suicidio00
Tentativo suicidio4533
Autolesionismo9854
Azione violenta183118
Infrazione887373
Altri eventi2922

Fonte: Sistema Informativo dei Servizi Minorili

Tipo di eventoNumero eventi nel 2017 (fino all’8 Novembre)Numero detenuti coinvolti nel 2017 (fino all’8 Novembre)
Suicidio00
Tentativo suicidio1917
Autolesionismo8054
Azione violenta8869
Infrazione713343
Altri eventi2718

Fonte: Sistema Informativo dei Servizi Minorili

ANNO 2017Tentativo suicidioAutolesionismoAzione violentaInfrazioneAltri eventiTotaleNumero ingressi in IPMAtti di autolesionismo ogni 10 ingressi
Treviso019517041633,0
Roma124149531371811,3
Catanzaro16630043541,1
Bologna25821238980,5
Palermo15270280750,7
Torino16141123960,6
Airola04080185690,6
Nisida17012141331340,5
Quartucciu21311118490,2
Pontremoli210003790,1
Catania01765275770,1
Milano511210311222080,0
Acireale101429044330,0
Bari101614031980,0
Caltanissetta00043043390,0
Potenza10010011200,0
Totale eventi19808871327927

Fonte: Sistema Informativo dei Servizi Minorili. I dati suglie venti critici sono relativi all’anno 2017, fino all’8 novembre, quelli su presenze ed ingressi sono relativi all’anno 2017, fino all’15 novembre.  

ANNO 2016Tentativo suicidioAutolesionismoAzione violentaInfrazioneAltri eventiTotaleNumero ingressi in IPMAtti di autolesionismo ogni 10 ingressi
Treviso618246072652,8
Roma6548823403822622,1
Potenza12315122181,1
Milano881615541911900,4
Nisida5809621111490,5
Bari631830057960,3
Quartucciu411022037630,2
Catanzaro321325043630,3
Torino120014171260,2
Acireale101018130590,0
Airola10086188850,0
Bologna1020511731010,0
Caltanissetta00019120280,0
Catania00162265960,0
Palermo00228030790,0
Pontremoli200024850,0
Totale eventi4598183887291.242

Fonte: Sistema Informativo dei Servizi Minorili.    I dati delle tabelle soprastanti sono ordinati in base all’ultima colonna. La visualizzazione dei tassi aiuta a cogliere meglio il rapporto fra gli ingressi o le presenze medie e l’autolesionismo. È anche importante sottolineare che alcuni eventi possono essere contati sia (per esempio) fra le azioni violente che fra le infrazioni.   Il Piano nazionale per la prevenzione del rischio autolesivo e suicidiario nel servizi residenziali minorili del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità A fine ottobre la Conferenza Stato-Regioni ha elaborato un nuovo “Piano nazionale per la prevenzione del rischio autolesivo e suicidiario nel servizi residenziali minorili del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità”. Nel 2012 erano state varate delle linee d’indirizzo per la sperimentazione di diversi programmi in tutte le regioni sia negli istituti penitenziari per adulti che negli IPM. Il monitoraggio di questi programmi e delle prassi messe in atto ha portato alla luce diversi problemi e ha cercato di trovare una soluzione basandosi su un approccio che prede in considerazione il minore/giovane adulto “a tutto tondo” e coinvolgendo diverse professionalità in maniera integrata formando una “rete di attenzione e collaborazione multidisciplinare e interistituzionale” il più possibile estesa. Il piano nazionale prevede infatti che gli istituti elaborino dei piani locali di prevenzione che coinvolgano e formino il personale dell’area clinica, dell’area pedagogia, e la polizia penitenziaria perché cooperino al fine di individuare i segnali di un rischio suicidario e li comunichino alla rete; lo stesso può essere fatto da soggetti terzi che entrano a contatto con i minori e giovani adulti e dai compagni che alloggiano nella stessa stanza detentiva. Una volta venuta a conoscenza del caso, la Direzione convoca “l’équipe multidisciplinare ed interistituzionale” in modo da analizzare il caso e attivare un programma. Molto spazio viene dato alla valutazione del rischio all’ingresso, che deve tener conto sia della situazione clinica, ma anche famigliare e sociale del minore o giovane adulto. Durante la permanenza nella struttura la valutazione della situazione individuale viene effettuata tenendo in considerazione numerosi criteri, come ad esempio la frequenza dei colloqui e la corrispondenza con la famiglia, l’iter processuale, le dinamiche di gruppo e la preparazione alla remissione in libertà.
La riuscita di questo piano certamente molto ambizioso dipende dalle modalità in cui sarà attuato nei tre livelli istituzionali, ovvero a livello nazionale, regionale e locale. Sarà interessante monitorarne l’implementazione nei prossimi anni e verificarne l’efficacia attraverso i numeri.   Le sanzioni disciplinari: l’isolamento disciplinare
L’ordinamento penitenziario italiano risale al 1975 e al momento le disposizioni sulle sanzioni disciplinari sono in vigore anche per i minori. Queste sanzioni sono previste dall’articolo 39 dell’ordinamento penitenziario e in ordine di gravità sono le seguenti:

  • il richiamo da parte del direttore
  • l’ammonizione da parte del direttore alla presenza del personale e di un gruppo di detenuti internati
  • l’esclusione dalle attività ricreative e sportive per non più di dieci giorni
  • l’isolamento durante la permanenza all’aria aperta per non più di dieci giorni
  • l’esclusione dalle attività in comune per non più di quindici giorni

L’ultima sanzione, l’esclusione dalle attività in comune, si concretizza nell’isomanto disciplinare e può essere applicato sia ai minori che agli adulti per un tempo massimo di quindici giorni. L’imposizione della sanzione avviene tramite il Consiglio di disciplina composto dal direttore, un educatore e un sanitario. Inoltre il medico deve certificare che il detenuto è in grado di sopportare la sanzione prima che questa possa essere applicata e deve monitorare lo stato di salute del detenuto giornalmente per tutta la durata della sanzione.
L’imposizione dell’isolamento è stata rilevata in tutti gli IPM italiani da parte degli osservatori, ma la sua applicazione pratica non è omogenea ed è a discrezione del Direttore. In alcuni istituti il minore partecipa alle attività scolastiche rimanendo escluso “soltanto” dalle altre attività in comune; in altri istituti al minore è preclusa anche la partecipazione alle attività scolastiche, che può avere delle ricadute molto negative sul suo rendimento, se consideriamo che la sanzione può durare fino a quindici giorni. A volte l’isolamento viene utilizzato per gestire fatti di non particolare gravità che potrebbero essere risolti attraverso misure più educative e responsabilizzanti. Purtroppo i dati relativi alle sanzioni disciplinari non sono raccolti a livello centrale nel caso dei minori. Diversi studi hanno dimostrato quanto l’isolamento sia nocivo alla salute dei soggetti che vi sono sottoposti. In alcuni casi la comparsa degli effetti dell’isolamento avviene dopo appena alcune ore, altre volte dopo una settimana o due. Fra gli effetti è possibile trovare sia problemi fisici che mentali. Un individuo isolato ha più probabilità di maturare disturbi mentali che vanno dall’ansia e l’aggressività agli attacchi di panico, può avere la percezione della distorsione dello spazio intorno a sé come ad esempio la vedere le pareti o il pavimento muoversi o restringersi e la perdita della cognizione del tempo. Fra i disturbi fisici è frequentemente registrata la perdita di peso, giramenti di testa, tremori, mal di testa, ipertensione e palpitazioni. Numerose ricerche hanno evidenziato come tutte queste problematiche siano causate dalla mancanza di contatti umani, che sono essenziali perché la mente umana si mantenga sana. Vi è inoltre una correlazione da non sottovalutare fra l’isolamento, gli episodi di autolesionismo, i pensieri suicidari e il tasso di suicidi1. Visti questi drammatici effetti, non stupisce la posizione presa dal gruppo di esperti sull’isolamento carcerario, riunitosi ad Istanbul nel 2007 all’International Psychological Trauma Symposium: infatti, nel documento finale, elaborato dopo giorni di dibattiti, ha elaborato delle restrizioni sull’utilizzo dell’isolamento e proibito in modo assoluto l’imposizione di qualsiasi forma di isolamento sui minori. Inoltre a livello internazionale diverse commissioni facenti capo all’ONU quali, la Commissione per i Diritti Umani, la Commissione contro la Tortura, il Sottocomitato per la Prevenzione della Tortura, il Relatore Speciale sulla Tortura e il Comitato per i Diritti del Fanciullo, proibiscono l’imposizione di qualsiasi forma di isolamento sul minore di 18 anni. Le Regole delle Nazioni Unite sullo standard minimo per il trattamento dei prigionieri del 2015 (le cosiddette Regole di Mandela), le più recenti linee guida elaborate in seno all’ONU, rimandano alle Regole delle Nazioni Unite per la protezione dei minori privati della libertà del 1990, un altro strumento di soft law specificamente dedicato alla protezione dei minori in carcere, che proibisce l’isolamento dei minori.
Nel 2016 Antigone ha presentato alla Camera dei Deputati una proposta di legge per modificare la regolamentazione dell’isolamento sia per i minori che per gli adulti. La proposta include la proibizione di isolare i minori di 21 anni e l’abbassamento del limite di tempo massimo della sanzione disciplinare per gli adulti da quindici a sette giorni. Nel caso dei detenuti in attesa di giudizio, il giudice dovrebbe specificare il periodo di tempo massimo di imposizione della misura, che comunque non potrebbe essere superiore ai sette giorni. Attualmente non esiste un tempo massimo per l’isolamento giudiziario e può accadere che un detenuto rimanga in isolamento per mesi, con gravi ripercussioni per la sua salute. Una salvaguardia molto importante riguarda il luogo in cui si svolgerebbe l’isolamento, ovvero la sezione di appartenenza del detenuto; questo per evitare l’utilizzo di sezioni speciali per l’isolamento rischiose per la loro opacità. Infatti, è nei reparti di isolamento che più frequentemente accadono fenomeni di autolesionismo, suicidio o violenza. Infine, la proposta sottolinea anche che mentre si trova in isolamento, il detenuto non perde il diritto a effettuare colloqui visivi con le persone autorizzate né con i ministri di culto. Proprio in questo periodo sono in corso di scrittura un Ordinamento Penitenziario ad hoc per i minori e la modifica dell’Ordinamento Penitenziario per gli adulti. La speranza di Antigone è che le ricerche scientifiche, le regole di soft law e i pareri dei comitati internazionali vengano tenuti seriamente in considerazione, che l’isolamento per gli adulti venga limitato al minimo indispensabile e che ne venga vietata in maniera assoluta l’applicazione sui minori.   

1. Haney, C., ‘Mental Health Issues in Long-Term Solitary and ‘Supermax’ Confinement’, in Crime and Delinquency, 2003, Vol. 49, No. 1, pp. 124-156.
Smith, P. S., ‘The Effects of Solitary Confinement on Prison Inmates: A Brief History and Review of the Literature’, in Crime and Justice, 2006, Vol. 34, No. 1, pp. 441-528.
Grassian, S., ‘Psychiatric effects of solitary confinement’,  in Journal of Law and Policy, 2006, Vol. 22, pp. 325–383.
United Nations General Assembly, Interim report of the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, A/63/175, 28 July 2008.
Haney, C., ‘The Dimensions of Suffering in Solitary Confinement’, in Law & Neuroscience Conference 2017. A Question of Fit: Translating Neuroscience for Law, Clinical Care & Policy, UCSF/UC Hastings Consortium on Law, Science and Health Policy, California, 16-17 February, 2017,http://www.ucconsortium.org/events/lawneuroscience-conference-2017/ , (accessed: 29 June 2017). 
M. Zigmond, ‘Consequences of isolation. Insights from and regulation for animal studies’, in Law & Neuroscience Conference 2017. cit.,http://www.ucconsortium.org/events/law-neuroscience-conference-2017/, (accessed: 29 June 2017).