Comunità educativa La Ciurma
Tipologia:comunità educativa residenziale mista
Regione: Emilia Romagna
Dislocazione: extra-urbana
Contatti
Via Malpeli 26, 43045 Fornovo di Taro (PR)
Telefono: 333 1637159
Email: coordinatore@coopsipuofare.it
Struttura
La comunità Educativa residenziale “La Ciurma” è una struttura situata in provincia di Parma della Società Cooperativa Sociale “Si può fare”. La struttura è composta da un appartamento di grandi dimensioni adibito ad accogliere un massimo di 10 ragazzi.
Ospiti
Gli ospiti della struttura sono attualmente in egual numero ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 15 e i 18. Formalmente possono essere accolti giovani a partire dagli 11 anni di età, ma raramente arrivano ragazzi delle scuole medie. Nell’ultimo anno, la durata dei percorsi all’interno della comunità è di circa un anno e mezzo mentre negli anni precedenti era anche di 2 o 3 anni.
I ragazzi arrivano in comunità a seguito di provvedimenti penali o civili. Attualmente l’istituto ospita un solo ragazzo proveniente dal circuito penale.
Attività
Tutti i ragazzi sono inseriti in percorsi scolastici che raggiungono o con i mezzi di trasporto o a piedi. Qualora sia necessario per garantire la continuità didattica, i vari educatori presenti nella struttura possono accompagnare i ragazzi in auto nella scuola frequentata prima di entrare nella comunità. A termine delle attività scolastica, i ragazzi tornano in comunità e consumano il pranzo verso le ore 13. Dopo ci si dedica alla pulizia degli spazi personali. Per responsabilizzare i minori, i compiti domestici vengono condivisi e gli educatori si occupano solo degli spazi comuni. Nel pomeriggio, quando due o tre educatori garantiscono la loro presenza, i ragazzi studiano oppure fanno varie attività ludico-ricreative. All’interno della comunità, gli educatori organizzano dei laboratori di falegnameria, di cucito e di cucina. Verso le 19.30 si consuma la cena e poi si svolgono attività serali collettive, per ricreare il più possibile un ambiente familiare.
Relazioni con l’esterno
La missione educativa della comunità mira a far vivere i ragazzi il più possibile all’esterno della struttura. Di conseguenza, tutti possono uscire per partecipare ad attività sportive, artistiche o di volontariato. Le scelte di quello che i ragazzi fanno all’esterno sono dettate da tante priorità diverse in base alle loro esigenze educative. Se ci sono ragazzi che fanno abuso di alcool o droghe, questi vengono inseriti in contesti sani e seguono una programmazione delle attività stabilita con gli educatori. Per altri ragazzi, se non ci sono esigenze particolari, l’obiettivo è l’autodeterminazione e la ricerca dei propri talenti.
La comunità educativa collabora con altre realtà, come scuole,centri psichiatrici e con varie associazioni di volontariato che permettono di arricchire la loro offerta educativa. Per esempio, prima della crisi sanitaria, la comunità aveva una collaborazione con il centro di Servizio per il Volontariato dell’Emilia Romagna. Ogni estate i ragazzi andavano al centro di volontariato per fare delle esperienze di tipo solidale al di fuori della comunità.
Sanità
La comunità segue l’iter del servizio sanitario nazionale, dopodiché ha dei protocolli informali. Un medico curante del territorio si occupa di tutti i ragazzi del centro.
Per quanto riguarda la medicina preventiva, vengono attivati dei percorsi di gruppo con un consultorio sulla gravidanza e sulle patologie infettive. Per i ragazzi che vengono da paesi esteri c’è un percorso per le malattie dei loro paesi di provenienza, come l’Epatite B. A livello informale invece si parla di educazione alimentare e di educazione all’igiene.
Covid-19
La crisi pandemica è stata difficile per questa comunità, che si è trovata a dover gestire diversi casi di positività al virus. Per tutto ciò che riguarda le questioni sanitarie, lo staff della struttura si è rivolto e coordinato con il referente dell’Asl competente.
La squadra educativa è riuscita ad adattarsi alla scuola a distanza riuscendo a procurarsi diversi dispositivi e modificando la disposizione degli spazi per permettere ai ragazzi di seguire le lezioni. Ciononostante, sono stati registrati due casi di abbandono scolastico.
Inoltre, i percorsi scolastici professionali seguiti dalla maggior parte dei ragazzi hanno permesso loro di poter continuare a frequentare i laboratori scolastici più volte a settimana anche durante i periodi più difficili dell’emergenza.