Struttura
Situata nel quartiere Casalotti nella periferia di Roma, la comunità “Borgo Amigò” nasce nel 1995 su iniziativa di Padre Gaetano Greco e ospita minori e giovani adulti sottoposti a misure alternative alla detenzione, minori stranieri non accompagnati e minori sottoposti a provvedimenti civili. La comunità è divisa in due strutture, una destinata al pernottamento dei minorenni e una destinata al pernottamento dei maggiorenni, ma tutte le attività vengono svolte in comune senza alcuna divisione per età.
Ragazzi
La comunità ospita in media 15-20 ragazzi fra i 14 e i 25 anni italiani e stranieri in diverse situazioni: in misura alternativa alla detenzione, in messa alla prova o per un provvedimento amministrativo segnalato dai Servizi Sociali nel Territorio.
Ingressi e uscite
L’ingresso degli ospiti avviene solitamente in modo graduale attraverso diversi incontri con gli operatori e visite alla comunità in giornata in modo che i ragazzi abbiano una visione della realtà in cui saranno inseriti e che comprendano il percorso che intraprenderanno. In casi urgenti questo percorso conoscitivo non può avvenire prima dell’ingresso del ragazzo nella comunità.
I ragazzi di maggiore età che vengono dall’area civile e gli stranieri non accompagnati che hanno già compiuto una buona parte del loro percorso, vengono inseriti in un appartamento di autonomia. I ragazzi, che lavorano o studiano, coprono le spese del vitto, dell’alloggio e delle utenze e riescono a mettere da parte qualcosa per potersi trovare una sistemazione autonoma.
La comunità ospita in media 15-20 ragazzi fra i 14 e i 25 anni italiani e stranieri in diverse situazioni: in misura alternativa alla detenzione, in messa alla prova o per un provvedimento amministrativo segnalato dai Servizi Sociali nel Territorio.
Ingressi e uscite
L’ingresso degli ospiti avviene solitamente in modo graduale attraverso diversi incontri con gli operatori e visite alla comunità in giornata in modo che i ragazzi abbiano una visione della realtà in cui saranno inseriti e che comprendano il percorso che intraprenderanno. In casi urgenti questo percorso conoscitivo non può avvenire prima dell’ingresso del ragazzo nella comunità.
I ragazzi di maggiore età che vengono dall’area civile e gli stranieri non accompagnati che hanno già compiuto una buona parte del loro percorso, vengono inseriti in un appartamento di autonomia. I ragazzi, che lavorano o studiano, coprono le spese del vitto, dell’alloggio e delle utenze e riescono a mettere da parte qualcosa per potersi trovare una sistemazione autonoma.
Scuola, lavoro e attività
All’interno della struttura non vengono realizzate attività specifiche poiché si cerca di incentivare l’integrazione sociale dei ragazzi al di fuori della comunità. Proprio allo scopo di evitare la loro ghettizzazione, si cerca di integrare i ragazzi in strutture (scolastiche, sportive ecc.) che non siano dedicate a coloro che provengono dall’area penale. A seconda di ciascun progetto individuale, i ragazzi frequentano la scuola, istituti superiori e corsi di formazione professionale. I ragazzi hanno anche accesso a tirocini lavorativi che vengono svolti esternamente alla struttura ma a cui la comunità partecipa come ente promotore. Vengono poi attivate numerose attività lavorative, ricreative e sportive estive ed invernali che portano a contatto i ragazzi della comunità con altri ragazzi e volontari provenienti dall’esterno. Altre attività sono rivolte non soltanto ai ragazzi ospiti della struttura, ma anche a bambini e ragazzi che, pur vivendo all’esterno della struttura, si trovano in diverse situazioni di disagio economico o sociale. Durante queste attività, l’equipe è affiancata dai ragazzi della struttura e da altri operatori provenienti dall’esterno per far fronte alle problematiche di ogni ragazzo e alle dinamiche di gruppo.
All’interno della struttura non vengono realizzate attività specifiche poiché si cerca di incentivare l’integrazione sociale dei ragazzi al di fuori della comunità. Proprio allo scopo di evitare la loro ghettizzazione, si cerca di integrare i ragazzi in strutture (scolastiche, sportive ecc.) che non siano dedicate a coloro che provengono dall’area penale. A seconda di ciascun progetto individuale, i ragazzi frequentano la scuola, istituti superiori e corsi di formazione professionale. I ragazzi hanno anche accesso a tirocini lavorativi che vengono svolti esternamente alla struttura ma a cui la comunità partecipa come ente promotore. Vengono poi attivate numerose attività lavorative, ricreative e sportive estive ed invernali che portano a contatto i ragazzi della comunità con altri ragazzi e volontari provenienti dall’esterno. Altre attività sono rivolte non soltanto ai ragazzi ospiti della struttura, ma anche a bambini e ragazzi che, pur vivendo all’esterno della struttura, si trovano in diverse situazioni di disagio economico o sociale. Durante queste attività, l’equipe è affiancata dai ragazzi della struttura e da altri operatori provenienti dall’esterno per far fronte alle problematiche di ogni ragazzo e alle dinamiche di gruppo.
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